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Sintesi dell'incontro

 

Compassione con passione!

26 settembre 2015

Casa del Dialogo - Via degli Olivetani 3, Milano

 

Il comune denominatore dell’incontro sulla compassione condotto da Maria Bettetini è stata la centralità dell’individuo e e in particolare della sua motivazione interiore nel determinare ciò che è un atto compassionevole e ciò che non lo è. 

 

Lama Thubten ha sottolineato come la compassione può nascere solo nel momento in cui nutriamo un sincero interesse per l’altro, e per fare questo abbiamo bisogno di spazio interiore che deriva dalla nostra capacità di prendere una distanza dall’egoismo, dall’ossessione all’autogratificazione e dal porre quel sentimento al servizio dell’altro, e condivide con noi una preghiera che recita ogni giorno: Possa io divenire in ogni momento, ora e sempre, un protettore di quanti sono senza protezione, una guida per coloro che hanno perso la via, una nave per quanti devono solcare gli oceani, un ponte per coloro che devono attraversare i fiumi, un santuario per quanti sono in pericolo, una lampada per chi ha bisogno di luce, un luogo di rifugio per quanti hanno bisogno di riparo, un servo di quanti sono nella necessità. 

Per tutta la durata dello spazio, per il tempo che gli esseri viventi rimangono, sino ad allora, possa anch'io restare e sconfiggere le miserie del mondo. (Da:  Guida al modo di vivere del Bodhisattva, Shantideva).

 

Giampiero Alberti ha parlato di come la compassione nasca in primo luogo dal mettersi in gioco personalmente nel rapporto con gli altri: anche nella sua esperienza personale la messa è fatta per la gente, quando non viene solo letta nelle sue parti teologiche, bensì include anche ciò che oggi accade nel mondo, avvicinandosi al vissuto concreto di ogni fedele che è giunto in chiesa per ascoltare la parola di Dio.

 

Emilio Florio ci ricorda come spesso viene confuso il sentimento con l’emozione e di conseguenza con la compassione. Fa a tale proposito riferimento alla fotografia del bambino profugo morto sulla spiaggia, che ha popolato le pagine dei media, e si e ci interroga se è davvero compassione quella che viene suscitata da questo tipo di immagini o se si tratta invece di una emozione che si presta a strumentalizzazioni.

 

La Chiesa riformata traccia un percorso spirituale che è il percorso dell’individuo che esce in primo luogo dal piccolo mondo del proprio egoismo per aprirsi agli altri, passo essenziale per trovare quella pace interiore che apre le porte di una sincera compassione.

 

Mohsen Mouelhi ha introdotto il proprio dolore e la vicinanza che sente per le vittime della recente tragedia avvenuta tra i pellegrini della Mecca, che conta più di 700 morti, e ci insegna che la compassione si rivela anche nel piccolo gesto di chi protegge un animale ferito in modo gratuito e nella generosità di chi, contando le proprie buone azioni sa di averne una soltanto, e allora la dona a qualcun altro, a cui mancherebbe solo quella per raggiungere il paradiso. La saggezza Sufi narra della presenza di due lupi che abitano in ciascuno di noi: uno che si nutre di rabbia, odio, avidità, gelosia ecc., l’altro che si nutre di bontà, amore, amicizia, solidarietà, ecc. 

 

Quale dei due lupi vince? Quello che nutriamo meglio.

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